IMPOSSIBILI ALLEANZE DI GOVERNO CON FORZE ANTISISTEMA

#carbyanalisi

Fino al 1992 era (più o meno) normale arrivare in Parlamento senza maggioranze preconfezionate. Votando con un sistema proporzionale puro, ognuno giocava la propria partita elettorale e poi dal giorno successivo alle elezioni si iniziavano a costruire le maggioranze, nelle quali solitamente la Democrazia Cristiana ricopriva il ruolo egemone, portandosi sempre a casa moltissimi ministri e il presidente del Consiglio.

Nel 1981, per la prima volta dopo trentanove governi retti dallo scudocrociato, un non democristiano (Spadolini del PRI) ottenne l’incarico di presiedere il governo. L’anno successivo tuttavia ripartirono i gabinetti a guida DC (per altre sei volte) con le eccezioni di Craxi e Amato (PSI) e infine dell’indipendente Ciampi.

Arriviamo quindi al 1994, anno in cui si votò per la prima volta con un altro sistema elettorale (maggioritario, sporcato da un quarto di proporzionale)… e qui cambia la storia perché, pur continuando ad esistere una Repubblica parlamentare, la nuova legge elettorale (Mattarellum) imponeva la ricerca di alleanze precedentemente al voto. Nel tempo tale legge è stata poi sostituita da altre normative (nel 2006 dal Porcellum e più recentemente dal Rosatellum, con cui abbiamo votato la scorsa settimana), ma nella sostanza il tema non muta: le coalizioni dovevano comporsi più utilmente prima del voto (pur se nell’attuale normativa la base maggioritaria è residuale, lasciando infatti due terzi dei seggi alla distribuzione proporzionale).

In questa anomalia va cercato il vulnus di qualsiasi ragionamento governativo: una Costituzione che prevede un tipo di percorso logico e una legge elettorale che si muove in maniera opposta, col paradosso peraltro che oggi tale legge nemmeno garantisce la formazione di maggioranze solide.

Non è infondata quindi la richiesta del M5S, che non può comunque trasformarsi in pretesa, di ricevere l’incarico per provare a costruire un governo, rappresentando la forza di maggioranza relativa; allo stesso modo non è infondata nemmeno la medesima richiesta proveniente dal centrodestra che, come coalizione già formatasi prima delle elezioni, rappresenta ancora con più peso la maggioranza relativa.

Essendo tuttavia delle proposte di minoranza, giocoforza entrambe dovranno cercare il sostegno diretto di altre realtà terze o perlomeno raccogliere una loro non opposizione esplicita dando così il via a un governo, di grande coalizione o di minoranza o con appoggio esterno a seconda dell’opzione (tutte tre ipotesi già verificatesi nella nostra storia repubblicana).

A mio modesto avviso tuttavia anche la sola possibilità di creare un governo guidato da una forza antisistema, come ha finora dimostrato di essere il Movimento 5 Stelle, stride a qualsiasi logica. Non è infatti ragionevolmente pensabile che qualcuno possa appoggiare la proposta di chi ha costruito il suo percorso politico sulla demolizione di qualunque cosa sia stata fatta da chi ha finora avuto ruoli governativi. Hai demolito promettendo che poi avresti ricostruito meglio di chi ti ha preceduto? Bene, ora devi avere la forza di farlo da solo senza pretendere l’aiuto altrui. Sarebbe paradossale che chi è stato spinto con ignominia fuori di casa ora si metta a disposizione, con mattoni e cazzuola, per ricostruirla a beneficio del nuovo fruitore. Illogico da parte di qualsiasi partito quindi l’appoggio a un governo dei 5 stelle, che potrebbe nascere solo nel momento in cui questa forza antisistema fosse autonoma anche nei numeri, cosa che ad oggi non è.

Differentemente, in condizioni particolari come quelle attuali, sulla base di una logica dell’alternanza potrebbe essere molto più plausibile (anche se per nulla scontata) la nascita di un governo del centrodestra che godesse di un appoggio esterno di parte del centrosinistra; un governo che non dovrebbe snaturare il programma elettorale della coalizione che lo sostiene, ma che potrebbe avere qualche piccolo aggiustamento in virtù di un patto di non belligeranza.

Se nemmeno questa opzione fosse tuttavia possibile, non resterebbe allora che un governo di scopo, con l’obiettivo di costruire in fretta una legge elettorale che dia governabilità al paese grazie a maggioranze certe fin dal giorno dello spoglio… e poi dritti di nuovo al voto!!

 

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